La Legge di Bilancio 2022 tra novità e accenni di riforma tributaria: la revisione degli scaglioni e delle aliquote IRPEF

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29/04/22

La Legge di Bilancio 2022 tra novità e accenni di riforma tributaria

La revisione degli scaglioni e delle aliquote IRPEF

L’intervento più qualificante della manovra di bilancio 2022, che assorbe 8 miliardi circa del fondo taglia tasse, è rinvenibile nella revisione dell’IRPEF. A fronte dell’ampio progetto di riforma disegnato nella “Delega al Governo per la riforma fiscale” attualmente all’esame della Camera (A.C. 3343), centrato sulla progressiva evoluzione del sistema di tassazione delle persone fisiche verso un modello duale (con applicazione delle medesima imposta proporzionale ai redditi derivanti dall’impiego di capitale anche nelle attività d’impresa e di lavoro autonomo e assoggettamento a tassazione progressiva degli ulteriori redditi imputabili alle persone fisiche), la riduzione delle aliquote marginali effettive e il riordino delle deduzioni e detrazioni, la legge di bilancio 2022 ha inteso affrontare in via anticipata il tema della riduzione delle aliquote medie effettive dell’IRPEF che, negli intendimenti del Governo, è un primo passo in direzione del recupero di progressività del tributo.

La modifica interessa sia gli scaglioni di reddito (rimodulati) che le aliquote (ridotte da 5 a 4: 23%, 25%, 35% e 43%).

Si prevede, in particolare, la soppressione dell’aliquota 41%, la riduzione della seconda (dal 27% al 25%) e della terza aliquota (dal 38% al 35% che include i redditi fino a 50 mila euro) e l’assoggettamento al 43% dei redditi sopra i 50 mila euro.

 

Scaglioni e aliquote IRPEF nel confronto 2021 - 2022

2021

23 % fino a 15.000 euro

27 % da 15.001 fino a 28.000 euro

38% da 28.001 fino a 55.000 euro

41% da 55.001 fino a 75.000 euro

43 % da 75.001 euro e oltre

2022

23 % fino a 15.000 euro

25% da 15.001 fino a 28.000 euro

35% da 28.001 fino a 50.000 euro

43% da 50.001 euro e oltre

 

La revisione di aliquote e scaglioni, benché riduca il carico IRPEF per la generalità dei contribuenti, reca benefici soprattutto ai titolari di redditi medi che si collocano nella fascia tra 35.000 e 55.000 euro. Raggiunto l’obiettivo di ridurre il gap di prelievo che svantaggiava la fascia dei redditi medi, si è inteso attenuare il peso del tributo anche sui redditi meno elevati mediante la contestuale riforma delle detrazioni per dipendenti, pensionati e autonomi, che interessa i redditi fino a 28.000 euro e comunque non superiori a 50.000 euro. Al medesimo fine è stato riproposto il bonus c.d. Renzi di 100 euro mensili, riconosciuto per intero ai dipendenti con redditi non superiori a 15.000 euro e in misura ridotta, pari alla differenza tra determinate detrazioni spettanti e imposta lorda, per i redditi che si collocano nella fascia tra 15.000 e 28.000 euro.

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